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Ingenuo e sentimentale amante, John Le Carré – La recensione

Ingenuo e sentimentale amante è un romanzo scritto nel 1994, sebbene sin dall’inizio della mia lettura io abbia avuto la sensazione di ritrovarmi indietro nel tempo di diversi decenni.

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John Le Carré vi racconta la vicenda che vede protagonista Aldo Cassidy, uomo distinto, presidente di una compagnia di sua proprietà, sposato e con prole a carico. Con sua moglie Sandra si è andata a consolidare una situazione di gelo emotivo, caratterizzata da un’incomunicabilità di fondo, ma tutto sommato la sua è una vita tranquilla e agiata, che scorre allo stesso modo da anni.

I suoi ritmi e la sua intera esistenza sono però sconvolti il giorno in cui, spintosi sino a Haverdown per una casa in vendita che vorrebbe comprare, si imbatte in due persone assai particolari: si tratta di Shamus, uomo dall’aspetto insolito, e di sua moglie Helen. Cassidy scopre molto presto che Shamus è uno scrittore, lo è stato perlomeno moltissimi anni prima del loro incontro, e che le sue concezioni di cose come l’arte, o l’amore rappresentano per lui il modo in cui vive la sua vita.

Prima iniziato da Helen attraverso precisissime spiegazioni sul marito, poi appurandolo di sua mano, Cassidy impara a conoscere questo personaggio, che pure gli resta oscuro ad ogni interpretazione razionale. Comprende innanzitutto la differenza tra se stesso e Shamus:

[…] Shiller aveva introdotto una grande divisione.
«Quella» chiarì Helen «tra ingenuo e sentimentale. Sono due cose assai diverse, e che tuttavia si influenzano a vicenda.
«E io, a quale delle due categorie appartengo?» chiese.
«Be’, Shamus è ingenuo» rispose lei parlando con ponderatezza, quasi ripetesse una lezione faticosamente appresa «perché vive la vita e non la imita. Sentire è conoscere» soggiunse, con una punta di esitazione.
«Sicché, io sarei…»
«Sì. Tu sei sentimentale. In altre parole, cerchi di essere come Shamus. Ti sei lasciato alle spalle la condizione naturale e ti sei… come dire? integrato nella civiltà, sei… corrotto, ecco.»

Le differenze che lo distinguono da Shamus diventano una specie di calamita, e trascinano Cassidy in esperienze che sfiorano l’assurdo, rischiose per l’anima e per il corpo. Tra i due – anzi, fra i tre: Helen non può esserne esclusa – si sviluppa un’attrazione fatale, un legame viscerale in grado di compromettere ogni certezza.

Tantissimi sono gli episodi che coinvolgeranno Cassidy nelle follie di Shamus, e non è mio compito raccontarvele per filo e per segno, poiché ognuna di esse segue lo stesso copione: città varie vengono esplorate da questo duo assai poco convincente, e coinvolgono nella maggior parte dei casi prostitute, alcool, e un gran baccano.
Sebbene la trama mi avesse assai convinto in principio, quando ho scelto di acquistare questo testo, nella lettura ho trovato diversi punti poco affini ai miei gusti. Innanzitutto, una certa pedanteria nello stile di Le Carré, una proprietà di linguaggio che dovrebbe lasciar intendere un certo contesto socio-culturale ma che dà solo l’idea di una lingua morta e affatto spontanea. In secondo luogo, lo sviluppo della trama: dal primo centinaio di pagine, ho intuito che Cassidy si sarebbe man mano allontanato dagli agi dell’alta borghesia inglese e si sarebbe macchiato frequentando Shamus, personaggio che ho trovato insulso, incapace di suscitare – come vorrebbe –  qualsiasi tipo di reale riflessione sull’inconsistenza dei beni materiali e la loro sovranità nel mondo rappresentato. Il tutto non è stato facilitato da una lunghezza esagerata rispetto ai fatti raccontati, ben pochi per la mole del libro.

Ingenuo e sentimentale amante avrebbe potuto raccontare la follia umana in termini meno banali, e sviscerare la pericolosità dei sentimenti in storie più vere, ma tant’è (come Le Carré ha ripetuto per tutto il libro). Insomma, un buco nell’acqua.

Ingenuo e sentimentale amante
John Le Carré
Mondadori, Bestseller
1994
pp. 476

Voto: 1/5

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2 risposte a "Ingenuo e sentimentale amante, John Le Carré – La recensione"

  1. Dissento sul giudizio finale – considero questo libro uno dei romanzi più sottovalutati del ventesimo secolo – ma è giusto che ci siano pareri discorsi, specialmente su libri come questo. Ti segnalo, però, che il libro è del 1971 e non del 1994, come indicato erroneamente del sottotitolo.
    Aggiungo un’altra osservazione curiosa: il romanzo racconta, con nomi cambiati, un’esprienza realmente vissuta da John Le Carré. La cosa interessante è che anche gli altri due vertici di questo folle triangolo hanno raccontato, a loro volta, questa stessa storia, dai loro diversi punti di vista. Loro erano James e Susan Kennaway. Nell’anno di pubblicazione del libro, Le Carré divorziò da sua moglie.
    Qui trovi qualcosa: https://www.kirkusreviews.com/book-reviews/james-susan-kennaway-kennaway/the-kennaway-papers/ – tieni conto che il vero nome di John Le Carré è David…

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    • Ti ringrazio tantissimo per queste informazioni, sicuramente approfondirò quanto mi hai detto a proposito delle vicende personali dell’autore. Temo, però, che aldilà di questo, il mio giudizio resti negativo. Non sono purtroppo riuscita ad apprezzarlo, e quando mi succede sono sempre un po’ amareggiata.

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